Alfani Silvestri, villa

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Edifici abitativi:

Appena fuori Perugia, sul crinale che separa la valle del torrente Genna dalla piana del Tevere, lungo la Via Marscianese in località San Martino Delfico, sorge Villa Alfani Silvestri detta anche San Martinello. Il complesso risale al 1730 anno in cui i Conti Donini decisero di costruire una dimora di campagna dominante le loro proprietà agricole, vicino alle rovine del Castello Bovalini, distrutto e dato alle fiamme nel 1540 dalle milizie papaline, commissionando il progetto all’architetto perugino Pietro Carattoli. Dai Donini la villa passa di generazione in generazione ai Danzetta, agli Alfani, il cui nome rimase nelle carte topografiche, "contro il San Martinello tenacemente ribadito dagli abitanti di una zona in cui i San Martino sono tre: “del colle”, “del piano” e “delfico”. [...] La villa si trova in quello “delfico”, il più piccolo dei tre e per questo, anche, “San Martinello”.1 Dagli Alfani passò poi ai Silvestri ed infine ai Caucci von Saucken.

[img_assist|nid=221|title=Villa San Martinello|desc=(foto Lucattelli Caucci Clara, op. cit.)|link=none|align=left|width=364|height=272]
Il complesso è costituito da tre corpi: quello centrale e due barchesse. Il corpo centrale si sviluppa su tre piani ed è caratterizzato da un’ampia esedra che incorpora una monumentale scala a forbice, d’accesso al piano nobile, a cui corrisponde, nella parte opposta, un'altra scala speculare a questa e posta su un livello più basso. La facciata è molto ricca, scandita da fasce marcapiano e lesene che contengono archi ciechi ed oculi realizzati in mattoni su fondo giallo.

Sopra al piano sottotetto caratterizzato da aperture quadrate più piccole, al centro del prospetto, si eleva un attico tripartito dalle stesse lesene, coronato da quattro piramidi e da due intelaiature in ferro battuto che sostengono le campane. In una delle testate dell’esedra si apre l’ingresso ad una bella cappella affrescata da Francesco Appiani che conserva le spoglie del grande giurista Bartolo Alfani.
Gli altri prospetti sono più semplici, con marcapiani e cornici intorno alle aperture. La facciata secondaria, con portale centrale e balconcino con volute barocche, si affaccia sul giardino segreto, un ampio cortile da cui si diparte la scalinata ad esedra, di cui si diceva sopra, in asse con quella dell’ingresso principale, che dà accesso all’oliveto, piantato nel sito dell’originario giardino all’italiana.

Attraverso un pontile che unisce il piano nobile al giardino pensile si collega al corpo centrale la barchessa di sinistra, più alta e contraddistinta all’estremità settentrionale da una torre colombaia; essa era adibita a cantine e alloggi per i palafrenieri che accompagnavano gli ospiti. Quella di destra invece è collegata all’edificio principale da un cancello a volute; essa è allineata alla facciata ed è contraddistinta da teste di cavallo poste sopra le aperture che si alternano a lesene e marcapiani che ripetono il motivo del fronte principale. L’interno, che ha mantenuto l'antico imoi, una rara raccolta di ritratti degli antichi proprietari, un pregevole archivio, una biblioteca che conta oltre 12000 volumi, interessanti collezioni.2

L’area esterna è costituita da un breve viale di cipressi che si allarga in un parterre erboso di forma ovale circondato da una siepe di bosso; al centro del parterre sorge una fontana, punto d’arrivo di un labirinto di mattoni realizzato in epoca recente.Dal parterre si allunga un viale irregolare di ippocastani secondario, trasversale rispetto al principale, realizzato nell’Ottocento sul tracciato della vecchia strada tangente la villa che fu acquisito dalla proprietà. Sulla sinistra, ad una quota più alta, si sviluppa il giardino pensile all’italiana, quadripartito intorno ad un’aiuola circolare centrale. Il giardino è delimitato a valle dalla barchessa delle cantine a cui si addossa un pergolato di glicine antico. Gli altri lati sono delimitati da un muro cadenzato da lesene, nicchioni e cimasa a tratti arriciata. Aldilà di questo, lungo il lato nord orientale si apre il parco di querce, lecci, pini, impiantato attorno alle rovine del castello. Dal parco si accede al giardino posteriore costituito da due parterre erbosi disposti ai lati del giardino segreto; quello lungo l’edificio delle scuderie è maggiormente strutturato con fontana centrale e muro di fondo a volute.

La villa, di proprietà privata.3
  • 1. Lucattelli Caucci C., Villa San Martinello San Martino Delfico (PG). “Storie di Ville e Giardini”. Provincia di Perugia. http://www.provincia.perugia.it/c/services/getAlfrescoFile?link=/alfresc...
  • 2. Lepore F.R., "Villa San Martinello", scheda appartenente alla raccolta Storie di Ville e Giardini. Provincia di Perugia. Assessorato alla Cultura e al Turismo in collaborazione con ADSI Sezione Umbria.
  • 3. Le informazioni riportate sono tratte anche dallo "Studio di fattibilità. Rete regionale per la valorizzazione di ville, parchi e giardini nel paesaggio rurale. Servizio promozione e valorizzazione sistemi naturalistici e paesaggistici" della Regione dell'Umbria
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