Chiesa di Sant'Agostino

COMUNI dell'UMBRIA:

Architettura secondo il periodo:

Edifici religiosi:

La chiesa di Sant'Agostino ubicata in pieno centro storico di Montefalco, lungo corso Goffredo Mameli, fu costruita nel 1275 sulle fondamenta della preesistente Chiesa di San Giovanni Battista a cura dei Frati Agostiniani. Venne ampliata nel 1327 al tempo di Papa Giovanni XXII e modificata ancora nel XVIII secolo quando perse la navata di destra, poiché in origine aveva due navate con rincassi nel fianco sinistro.[bib]109[/bib]

[img_assist|nid=703|title=Interno della chiesa di Sant'Agostino|desc=|link=none|align=center|width=450]

La semplice e severa facciata in stile gotico è impreziosita da uno snello portale ad ogiva, con fasci di colonnine e ricchi capitelli, molto originale il rosone. Internamente la grande navata ha una copertura a capriate lignee a vista e termina con un abside poligonale con volta costolonata ed altare sopraelevato di tre gradini. La navata minore, posta sulla destra, risultato dell'ampliamento trecentesco, riunisce una serie di cappelle.

All'interno della chiesa, sull'unica navata destra in una teca sono conservati i "resti mortali" delle Beate Chiarella ed Illuminata1, più avanti sulla stessa parete sempre in una teca lignea è visibile il corpo mummificato di un pellegrino medioevale al quale è legata la Leggenda del Beato Pellegrino di Montefalco.



Svariati sono gli arredi che ne impreziosiscono l'interno, fra questi una statua lignea del XV secolo e, sull'altare maggiore, un Crocefisso ligneo rinascimentale. Per quanto riguarda i numerosi affreschi che ne decorano le pareti possono ricordarsi2: una Madonna con Bambino o Madonna del Latte, frammento di dipinto murale del secolo XIV-XV attribuito al Maestro di Narni; dello stesso anche un Cristo Redentore benedicente, Dottori della Chiesa, Santi dipinto nella volta della sacrestia;
un affresco del sec. XIV, Incoronazione di Maria Vergine, attribuibile ad "Anonimo umbro della scuola di Lorenzetti Pietro";
un affresco del sec. XVI Madonna con Bambino in trono tra San Giacomo Maggiore e San Giovanni Evangelista probabilmente da attribuire a Alfani Domenico (altre attribuzioni: Melanzio Francesco, Anonimo umbro sec. XV);
una Madonna con Bambino in trono tra sant'Agostino e il beato Angelo da Foligno, affresco sec. XV/ XVI attribuibile a Mezzastris Pier Antonio (attivo 1450-1506)3;
un affresco della seconda metà del XV secolo attribuito ad Anonimo umbro sec. XV raffigurante Dottori della Chiesa;
una Madonna con Bambino e santi, Crocifissione di Cristo, Storia della vita di san Severo, della seconda metà del XV secolo, attribuito ad Anonimo umbro sec. XV;
un affresco della seconda metà del XV secolo raffigurante Cristo fons vitae, attribuito ad Anonimo umbro del sec. XV;
un Volto della Madonna, affresco del secolo XV/XVI, attribuito a Melanzio Francesco (1460-1525).4

  • 1. Chiarella di Giacobetto da Giano dell'Umbria nasce circa nel 1281. Verso il 1291 è accolta nel reclusorio di Montefalco da Chiara della Croce e guidata spiritualmente dal Beato Angelo da Foligno.
    Dopo la morte di Chiara, fonda il terzo reclusorio, dal titolo di S.Maria Maddalena, a Gia no dell'Umbria e ne è nominata badessa.
    Dopo la chiusura del Monastero il corpo della Beata Chiarella è concesso agli Agostiniani di Montefalco, che lo collocano nella chiesa di S.Agostiono insieme a quello della Beata Illuminata.
    Il 22 aprile 1724 è eseguita la vestizione delle Beate Chiarella ed Illuminata e il 12 maggio 1882 sono collocati m una nuova urna "lignea a vetri".
  • 2. Per le attribuzioni e/o descrizioni si veda il sito web della Fondazione Federico Zeri http://fe.fondazionezeri.unibo.it/ visitato nel mese di novembre 2011.
  • 3. "Nativo di Foligno fu aiuto e collaboratore del Gozzoli a Montefalco; da lui apprese la raffinata eleganza, la dolcezza e l'intenso sentimento di misticismo". Fabbi, A. (1971). Antichità umbre. Assisi: Pontificio Seminario Regionale. p.337
  • 4. "Nativo di Montefalco che lo ricorda con la targa: «Francesco Melanzio - pittore di Montefalco - sparse in Italia e più nell'Umbria - la luce dell'arte - nel secolo del Rinascimento». Egli subì il fascino del Gozzoli, visibile in molti volti di Madonne e di Sante, poi dell'Alunno, e in fine del Perugino". Fabbi, A, Antichità umbre, op. cit. p.337
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