Sant’Angelo in Panzo

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Altre emergenze architettoniche e culturali:

Il complesso di Sant’Angelo in Panzo, nei pressi di Assisi, sorge sulle pendici del monte Subasio, immerso nel verde. Esso è composto da una residenza sorta su preesistenze romane ed una chiesa.1 Sulla fondazione della chiesa di Sant’Angelo in Panzo non si hanno informazioni. Di certo essa era già esistente agli inizi del Duecento giacché è annoverata in un elenco delle chiese dipendenti dalla cattedrale di Assisi, stilato nel 1217 per un contenzioso tra il vescovo di Assisi Guido II (prima del 1204-dopo il 1228) ed i canonici di San Rufino.

Sant'Angelo in Panzo AssisiSant'Angelo in Panzo: (Credit foto: http://www.appartamentivacanzepanzo.it/ )
Dell’edificio originario restano alcune parti sul lato occidentale. Per la precisione si tratta di una finestra in alto incorniciata con liste di travertino2 e dei resti di due absidi: uno sul lato lungo ed uno su quello breve, probabilmente realizzati in tempi diversi, in occasione del cambiamento di orientamento della chiesa.
Un ampliamento dell’edificio, che ha forse comportato la creazione di un nuovo abside, data 1346.3

La fama di tale chiesa è dovuta al soggiorno a Panzo di Chiara d’Assisi (poi Santa Chiara) nel 1212. Qui la condussero i frati Francesco (poi San Francesco d’Assisi), Bernardo e Filippo, non molto tempo dopo aver praticato la tonsura.4. Probabilmente presso la chiesa di Sant’Angelo in Panzo si era sviluppata una comunità di donne, che vivevano insieme, in un’area appartata, senza appartenere ad un ordine religioso. Non si tratta di un vero e proprio monastero – che sorgerà più tardi – ma di una comunità spontanea. Nei documenti si trova appunto l’indicazione di ecclesia Sancti Angeli; mai quella di monasterium, prima degli anni Trenta del Duecento.5

Le prime testimonianze certe sulla presenza di un monastero si hanno negli atti giudiziari del 1232, quando, tale Gualiepecius Borgononis, subì una pena pecuniaria per aver tentato di portare via dal monastero di Panzo una certa madonna Alta. In seguito nel 1238 papa Gregorio IX riconosceva, con atto ufficiale, le terre ed i beni posseduti dal monastero.

Una rappresentazione di come doveva presentarsi il monastero alla fine del Duecento ci è data nel dipinto sulla vita di Santa Chiara d’Assisi, sito nell’omonima basilica assisana. Ove è rappresentato il miracolo della pesantezza di Agnese è infatti riprodotto anche il monastero.6 Che la chiesa ed il monastero di Sant’Angelo in Panzo siano rilevanti nella vita di Assisi del XIII secolo lo si comprende anche dal fatto che quello che oggi è intitolato Arco del Seminario, allora si chiamava Portella di Panzo, poiché conduceva al monastero. Quando però le monache clarisse si insediarono prima a San Damiano e poi all'interno delle mura di Assisi, la struttura perse d’importanza e nel XIV secolo il convento di Panzo è indicato come eremo: con pochi ospiti ed isolato.

Agli inizi del Seicento l’edificio del monastero risulta addirittura appartenere ad una famiglia nobile di Assisi, i Bonacquisti, che da allora in poi vantarono il titolo di “conti di Panzo”. Nel 1604 il duca Ferrante Bonacquisti ristruttura la piccola chiesa. Come si legge sulla parete di fondo della chiesetta furono utilizzate per tale restauro "le pietre della vecchissima e celeberrima chiesa di S.Angelo in Panzo".


Sant'Angelo in Panzo, ingresso - Visualizzazione ingrandita della mappa

Nel 1933 la proprietà passò alla famiglia Brunelli, che la comperò dalla Società Umbro-Marchigiana, che faceva capo alle "Cartiere di Fabriano". Discendono dai Brunelli anche gli attuali proprietari.

Oltre la piccola chiesa duecentesca di Santa Chiara, con volta a botte in pietra, va menzionata la vasca d’acqua sorgiva che cattura la fonte situata nei pressi del complesso, fonte chemotiva sia l’antico insediamento romano che la costruzione del monastero e, oggi, l’esistenza del giardino interno che ripete l’impianto monastico dell’hortus conclusus.7

Il complesso è stato restaurato a seguito degli eventi sismici che lo interessarono nel 1997. Oggi è adibito a struttura ricettiva.8
  • 1. Il toponimo Panzo si fa risalire al latino Pantius, frequentemente attestato nel territorio intorno ad Assisi tra XII e XIII secolo. Verosimilmente il primo insediamento in questa zona risale all'anno Mille. Qui sono state trovate iscrizioni latine, come quella della gens Propertia, recuperata dalle fondamenta della chiesa di Sant'Angelo.
  • 2. Verosimilmente la finestra illuminava un camminamento utilizzato dalle monache per assistere alle funzioni religiose. Cfr. Dean, M. (a cura di). S. Angelo in Panzo – S. Rufino - Assisi. Sito web della Provincia di Perugia http://www.provincia.perugia.it/ visitato nel mese di maggio 2013
  • 3. Specificatamente un lascito testamentario veniva destinato proprio a tali lavori. Cfr. Dean, M. (a cura di). S. Angelo in Panzo – S. Rufino - Assisi. Sito web della Provincia di Perugia http://www.provincia.perugia.it/ visitato nel mese di maggio 2013
  • 4. Chiara d’Assisi giunge a Sant’Angelo in Panzo dopo aver soggiornato nel monastero benedettino di san Paolo delle Abbadesse. Cfr. Giovanna Casagrande, Intorno a Chiara. Il tempo della svolta. Le compagne, i monasteri, la devozione, Assisi, Edizioni Porziuncola, Viator, 2011
  • 5. Alcuni testi parlano addirittura di un monastero benedettino a Sant’Angelo in Panzo. La storica Giovanna Casagrande, nel volume , Intorno a Chiara. Il tempo della svolta. Le compagne, i monasteri, la devozione, Assisi, Edizioni Porziuncola, Viator, 2011, afferma: “In conclusione a me sembra che, all’altezza del 1211/1212, si possa parlare con certezza di monastero benedettino per il solo San Paolo delle Abbadesse, mentre per Sant’Angelo di Panzo e per San Damiano le ipotesi che sinora sono state formulate non hanno ancora trovato adeguati supporti per indicare in essi strutture diverse da quelle di chiese.” (cfr. http://www.assisisantachiara.it, sito visitato nel mese di maggio 2013). Lo stesso afferma Marina Dean, rifacendosi al volume Dare acqua ad Assisi a cura di M. Barbanera, M.A. Carloni, F. Santucci, O.Stefanucci, Appendice 20 al Bollettino di Storia Patria per l’Umbria, Deputazione di Storia Patria per l’Umbria, Perugia 2004, sostiene che “La stessa cosa si deve dire, del resto, per altri monasteri cosiddetti benedettini, del contado di Assisi, dove esistevano comunità femminili, ma senza essere, probabilmente, inglobate in alcun ordine monastico: si tratterebbe soltanto, cioè, di donne penitenti che vivevano insieme in luoghi che in un passato più o meno recente potevano anche essere appartenuti all’ordine benedettino. Questo doveva essere, anche, appunto, il caso di Sant’Angelo di Panzo. Nessun documento, infatti, ci parla di monasterium, per quanto riguarda Sant’Angelo, prima dell’arrivo di Chiara; tanto meno si hanno notizie documentate di un monastero benedettino”. Cfr. Dean, M. (a cura di). S. Angelo in Panzo – S. Rufino - Assisi. Sito web della Provincia di Perugia http://www.provincia.perugia.it/ visitato nel mese di maggio 2013
  • 6. Proprio a Sant’Angelo in Panzo Chiara di Assisi si ricongiunge con la sorella minore, Agnese, ed in questo luogo si svolse l’assalto dei dodici uomini d’arme, ovvero i parenti di Chiara ed Agnese – guidati dallo zio Monaldo. Si narra nella Leggenda di Chiara che lo zio Monaldo volesse portar via Agnese ma che non riuscì neanche ad attraversare il Rigo Secco perché il corpo della ragazza si fece tanto pesante, che neanche più uomini riuscirono a trasportarla.
    Monaldo provò anche a colpire la ragazza ma la sua mano venne colta da forti dolori.
  • 7. Perta, G., (2008). Architetture di Storia e di verde. Le dimore storiche XXIV (69/70), 21.
  • 8. Maggiori informazioni all'indirizzo http://www.appartamentivacanzepanzo.it.
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