COMUNI dell'UMBRIA:
Edifici abitativi:
Il Palazzo Brunetti-Candiotti, ubicato all’inizio di Via dei Mercanti e nelle vicinanze di Piazza Spada, costituisce uno dei più importanti complessi architettonici privati della Foligno del Settecento. L'attuale palazzo venne realizzato tra il 1780 ed il 1797 ristrutturando, su progetto di Filippo Neri, un preesistente edificio cinquecentesco appartenuto alla famiglia degli Scafali ed acquistato dai Brunetti. Della precedente costruzione furono mantenuti alcuni locali sotterranei e delle iscrizioni databili XVII secolo poste sugli architravi di due porte lungo l'attuale ingresso. Nel 1819, decaduti i Brunetti, il palazzo venne venduto alla famiglia dei Candiotti, passato poi ai Regazzoni, loro discendenti, diverrà nel 1918 proprietà Comunale. Attualmente è sede dell'Ente Giostra della Quintana ed ospiterà il Museo multimediale dei tornei, delle giostre e dei giochi.
[img_assist|nid=476|title=Palazzo Brunetti-Candiotti |desc=(Credit foto: Menestò & Associati http://www.menesto.com)|link=none|align=left|width=270|height=405] Architettonicamente l’impianto ad U dell'edificio delimita una corte aperta su un vasto giardino, oggi ormai scomparso. Il palazzo si articola su tre piani, più un mezzanino, e quattro registri verticali: due simmetrici in cui si aprono i portali modanati sottolineati da due balconi balaustrati, e due disuguali esterni. Tredici le finestre per ogni piano, incorniciate in travertino, mentre sul fronte interno il portico ribassato, rivestito a bugnato, è circondato da arcate a tutto sesto disposte su due ordini. Il piano terra era occupato da ambienti di servizio (magazzini, rimesse, cantine e scuderie), il piano nobile era destinato alle sale di rappresentanza, il secondo piano era utilizzato come abitazione della famiglia ed il mezzanino era occupato dalla servitù.
Il doppio ingresso sulla facciata consente l’accesso, tramite due gruppi di scale asimmetrici, da una parte al cortile, dall’altra al piano nobile che si presenta interamente decorato in tutti i nove gli ambienti, e spesso non solo nelle volte ma anche nelle pareti. Qui sono presenti la prima, la seconda e la terza sala di Agar, la sala dell’Aurora e la sala di Erminia, il salone centrale, in cui si raggiunge il massimo sviluppo decorativo del palazzo (mosaici su fondo dorato, fasce verticali, riquadrature, trofei di armi, strumenti musicali, tele con vedute di gusto “pittoresco” e, sulla volta, una complessa scena non ancora interpretata), la sala del Trionfo di Amore e l’attigua sala di Orfeo.
Nel complesso il partito decorativo realizza eleganti combinazioni di tempere su muro e di olii su tela, generalmente incastonati al centro delle volte. Pur senza creare vere e proprie discrasie, il settore squisitamente decorativo (tempere) e quello di pittura di figure (olii) corrono su binari estetici dissimili, tardo-rococò il primo, decisamente neoclassico il secondo.
Nelle lunette del portico alcune iscrizioni ricordano il soggiorno di Umberto I (1899) e di altri principi di casa Savoia e lo storico avvenimento della firma dell’armistizio (18 febbraio 1801) tra la Francia repubblicana e il regno di Napoli.1
[img_assist|nid=476|title=Palazzo Brunetti-Candiotti |desc=(Credit foto: Menestò & Associati http://www.menesto.com)|link=none|align=left|width=270|height=405] Architettonicamente l’impianto ad U dell'edificio delimita una corte aperta su un vasto giardino, oggi ormai scomparso. Il palazzo si articola su tre piani, più un mezzanino, e quattro registri verticali: due simmetrici in cui si aprono i portali modanati sottolineati da due balconi balaustrati, e due disuguali esterni. Tredici le finestre per ogni piano, incorniciate in travertino, mentre sul fronte interno il portico ribassato, rivestito a bugnato, è circondato da arcate a tutto sesto disposte su due ordini. Il piano terra era occupato da ambienti di servizio (magazzini, rimesse, cantine e scuderie), il piano nobile era destinato alle sale di rappresentanza, il secondo piano era utilizzato come abitazione della famiglia ed il mezzanino era occupato dalla servitù.
Il doppio ingresso sulla facciata consente l’accesso, tramite due gruppi di scale asimmetrici, da una parte al cortile, dall’altra al piano nobile che si presenta interamente decorato in tutti i nove gli ambienti, e spesso non solo nelle volte ma anche nelle pareti. Qui sono presenti la prima, la seconda e la terza sala di Agar, la sala dell’Aurora e la sala di Erminia, il salone centrale, in cui si raggiunge il massimo sviluppo decorativo del palazzo (mosaici su fondo dorato, fasce verticali, riquadrature, trofei di armi, strumenti musicali, tele con vedute di gusto “pittoresco” e, sulla volta, una complessa scena non ancora interpretata), la sala del Trionfo di Amore e l’attigua sala di Orfeo.
Nel complesso il partito decorativo realizza eleganti combinazioni di tempere su muro e di olii su tela, generalmente incastonati al centro delle volte. Pur senza creare vere e proprie discrasie, il settore squisitamente decorativo (tempere) e quello di pittura di figure (olii) corrono su binari estetici dissimili, tardo-rococò il primo, decisamente neoclassico il secondo.
Nelle lunette del portico alcune iscrizioni ricordano il soggiorno di Umberto I (1899) e di altri principi di casa Savoia e lo storico avvenimento della firma dell’armistizio (18 febbraio 1801) tra la Francia repubblicana e il regno di Napoli.1
- 1. Pianella, S. Palazzo Brunetti-Candiotti. Museo della città