Abbazia di San Pietro in valle

COMUNI dell'UMBRIA:

Architettura secondo il periodo:

Edifici religiosi:

L'abbazia di San Pietro in Valle a Ferentillo è una delle più antiche dell'Umbria ed è una delle poche testimonianze di architettura longobarda nella regione. Secondo la tradizione fu edificata da Faroaldo II, duca di Spoleto fino al 728, in forme paleocristiane, in onore dei santi eremiti Lazzaro e Giovanni, anacoreti siriaci, che vissero per 40 anni in una grotta nei pressi dell'attuale chiesa.

Abbazia San Pietro in Valle a FerentilloAbbazia San Pietro in Valle di Ferentillo
(Credit foto: www.sanpietroinvalle.com)


Stando alla leggenda San Pietro sarebbe apparso in sogno a Faroaldo II, invitandolo a costruire una chiesa e un monastero in suo onore, ove avesse incontrato un santo eremita di nome Lazzaro.1 Recatosi a caccia in Valnerina, s'imbatté nel santo eremita già osservato nella visione. Attorno al piccolo Oratorio, sorse così la Chiesa dedicata a S. Pietro e il Monastero che adottò la Regola di S. Benedetto. Ivi Faroaldo, rinunziando al Ducato, vestì l'abito monastico, morì in concetto di santo nel 728 e venne tumulato in un bellissimo sarcofago di tipo asiatico, tutt'ora presente all'interno della chiesa.

Abbazia San Pietro in Valle - piantaAbbazia San Pietro in Valle - pianta
Nel IX secolo l'Abbazia fu saccheggiata, come molti castelli, dai Saraceni e venne ampliata e ricostruita nel 1016, sotto l'abate Ruitprando, nelle attuali forme romaniche. Durante i lavori si rinvennero i corpi dei santi Eremiti che furono deposti in eleganti sepolture di sarcofagi classici, presso e sotto l'Altare Maggiore. Con la riedificazione dell'attiguo monastero risorse anche la potenza dell'abbazia che perdurò fino al 1303 quando Bonifacio VIII, anche a seguito di gravi disordini accaduti nell'Abbazia e discordie fra i monaci, la affidò in tutela al capitolo lateranense.

Nel 1477, Sisto IV, per la decadenza della vita monastica, cedette l'Abbazia in commanda ai Baroni Ancajani, nobili di Spoleto, ma originari del castello omonimo. Il loro stemma (leone rampante) è sull'oculo della facciata della chiesa di cui essi favorirono i restauri. Il nome degli Ancajani restò legato all'abbazia fino agli inizi del XIX secolo, successivamente, il Capitolo Lateranense tornato di nuovo in possesso dell'Abbazia ne permutò i beni col nipote di Innocenzo VIII Lorenzo Cybo Duca di Aiello (Calabria) e Principe di Massa e Carrara, restandogli solo la giurisdizione spirituale fino a che Pio IX la trasferì nel 1849-52 all'Arcivescovo di Spoleto. I principi Cybo amministrarono i beni a mezzo di un Vicario con sede a Precetto. Nel 1860 i beni passarono in parte al Comune di Ferentillo, e in parte con l'Abbazia furono acquisiti da Pietro-Pierluigi Costanzi, i cui eredi ancora oggi hanno cura di essa e l'hanno adibita a Residenza d'epoca2.

Architettonicamente l'Abbazia presenta nella parte orientale l'impianto di rettangolazione di una Villa romana su pendici e ripiani, divenuta forse villa longobarda dei Duchi e da questi donata agli Eremiti prebenedettini.
Dopo uno spiazzo di verde, attraverso un arcone della prima ala dell'edificio, si entra in una corte circondata ad oriente dal portico con fonte, a sud da un muro ad archetti e a nord da altro terrapieno adorno di archetti ciechi di riporto. Qui si scorge il complesso absidale longobardo e il campanile romanico. In un architrave è lo stemma abbaziale: uno scudo con scolpita la croce petriana capovolta (essendo stato S. Pietro crocifisso con la croce all'ingiù).

Abbazia San Pietro in Valle - chiostroAbbazia San Pietro in Valle - chiostro
(Credit foto: www.sanpietroinvalle.com)<


Si entra per un secondo arcone, in un secondo cortile monastico, opera del secolo XIV, sul lato sinistro il pozzo e le scale di accesso agli appartamenti. Infine per un terzo arco si entra nel chiostro propriamente detto, del secolo XII, almeno nel primo ordine. Il chiostro è quasi quadriportico a due ordini di colonne sostenenti archi a tutto sesto: 16 cilindriche a bozze e tronchi con basi e capitelli circolari affogliati agli angoli nel primo ordine, 11 più snelle e monolitiche, di cui due addossate alla parete nel secondo ordine. Le volte sono a crociera.

Il chiostrino è pavimentato in cotto a laterizi perpendicolari disposti a spina con al centro un'ara pagana cilindrica con pozzetto, bucrani e festoni. Una porta romanica reca lo stemma abbaziale della croce petriana infissa su globo, e nel lato sud altro architrave che reca incisi i simboli della passione attorno al trigramma di Cristo. Verso nord, per una scala semicircolare di 6 gradini, si accede ad un pianerottolo di entrata laterale alla chiesa. Da esso si dipartono due rampe di 11 scalini addossati alla parete destra della chiesa per salire al secondo ordine del chiostro e agli appartamenti monastici. Ai lati del chiostro, su parapetto, si allineano 11 snelle colonne sostenenti archi scanditi da ghiera (sec. xiv). Le rampe simmetriche conducono a due portali gemelli rettangolari con lunetta su architrave sostenuto da mensole semplici. In quello del lato orientale è la data e il nome dell'Abbate: TRE A.11.°CCCCC.9 / BTIS.ATIS.II Dunque tempore Abbatis Attis secundi 1.509 indica i rifacimenti rina-scimentali della chiesa e monastero, ed il tempo degli ultimi dipinti.
Abbazia San Pietro in Valle- Sculture del Portale claustraleAbbazia San Pietro in Valle- Sculture del Portale claustrale
Sul pianerottolo del chiostro è un portale del secolo IX. Consta di due piedritti su cui aggetta un pesante architrave base di una lunetta un tempo dipinta. Negli stipiti, che poggiano su basi di spoglio incorniciate a fuseruole, sono scolpite due piccole figure ad altorilievo, di epoca preromanica, rappresentanti i Santi Pietro e Paolo titolari della chiesa. A sinistra Pietro, dal volto imberbe, con sulla nuca capelli corti a frangetta, in posizione frontale indossa una succinta tunica a pieghe simmetriche diagonali. Regge con la destra posata al petto una croce palmata a spina di pesce (come in altre sculture consimili di frammenti longobardi) e con la sinistra una spessa chiave. S. Paolo a destra, dal volto allungato e dal mento barbato impugna con la destra una zagaglia che gli avvolge la testa mentre posa al ventre la sinistra. Egli indossa una tunica più lunga e i calzari ai piedi. Le due figure dall'aspetto austero, dalle orecchie accentuate e dagli occhi sbarrati, hanno un'espressione impenetrabile.3, 4, 5, 6


  • 1. Nel transetto di sinistra della chiesa è un piccolo affresco del secolo xv che riproduce la scena del sogno, mentre 4 soldati di un corpo di guardia bivaccano e giocano a dadi.
  • 2. Maggiori informazioni al sito http://www.sanpietroinvalle.com/.
  • 3. Fabbi, A. (1971). Antichità Umbre. Spoleto: arti grafiche Panetto & Petrelli. pp.245-276.
  • 4. Sperandio, B. (2001). Chiese romaniche in Umbria. Perugia: Quattroemme. pp.389-390
  • 5. Gigliozzi, M.T. (2000). Architettura romanica in Umbria. Edifici di culto tra la fine del X e gli inizi del XIII secolo. Roma: edizioni Kappa. pp.47-49.
  • 6. Tarchi, U. (1937). L'arte nell'Umbria e nella Sabina. Vol. II Periodo cristiano-romanico. Milano: F.lli Treves Editori. Tav. XCVII, XCVIII, XCIX, C.
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