COMUNI dell'UMBRIA:
Architettura secondo il periodo:
Edifici religiosi:
La chiesa di Santa Maria in Pantano, una delle più antiche dell'Umbria, è ubicata poco lontano dall'abitato di Massa Martana, lungo il tracciato rettilineo della Flaminia consolare. Venne probabilmente edificata ad unica, grande aula absidata tra il VII e il VIII secolo, utilizzando le murature di una statio che serviva la città di Todi. In effetti l'edificio religioso poggia su di un antico edificio tardo imperiale di cui è ancora rilevabile, nel prospetto laterale di destra, un paramento in opus reticulatum, intervallato da fasce di mattoni. E' verosimile che all'edifcio romano, al momento della costruzione della chiesa, vennero aggiunte la parte presbiteriale e absidale, leggermente sopraelevate, e dove i paramenti sono realizzati in opus spicatum.
Più tardi, tra il X e l'XI secolo, la grande e unica sala fu divisa in tre navate, forse per diminuire la portata della travatura. Le pareti divisorie delle navate, alleggerite in alto da finti matronei, poggiano su quattro arcate sorrette da colonne in travertino dai capitelli a tronco di piramide rovesciata, della stessa epoca. Tale divisione non fu completata nella parte absidale, lasciando così indenne l'antica abside che risulta tuttora più grande della navata centrale. Annesso alla chiesa fu poi costruito un monastero, retto dai benedettini che bonificarono e resero fertile la località, spesso inondata dal torrente Tribbio, da qui il toponimo "in pantano".
Da un documento farfense del 1111 risulta che la chiesa era alle dipendenze del monastero di Farfa, al quale era stata donata nel 1110 dal conte Rapizzone insieme ad alcune terre e castelli. Un altro documento dell'imperatore Enrico V confermava a Farfa il possesso della chiesa nel 1118.1 Alla fine del XIV secolo, la chiesa subisce ulteriori aggiunte, in particolare nel portale e nella facciata, mentre nel XV secolo viene costruita, a destra della facciata, attigua ad un alto muro romano, la torre campanaria, nata inizialmente a scopo difensivo, a pianta quadrangolare che si allarga nella parte superiore sorretta da sporgenti beccatelli. Al di sopra svetta un doppio campanile a vela.
La facciata, caratterizzata da una accentuata inclinazione verso il fronte stradale, presenta un impianto quadrato molto semplice e privo di timpano, è caratterizzata da un portale ad arco acuto in conci alternati bianchi e rossi con cornice marmorea, sovrastato dal rosone.2 A sinistra della chiesa, sul muro esterno dell'ex monastero, è murata un'urna funeraria romana con bassorilievo raffigurante il Sacrificio di Ifigenia.
All'interno, diviso come detto in tre navate, si conservano urne cinerarie, frammenti decorativi romani e numerose iscrizioni. Da segnalare in particolare: un grande capitello corinzio riutilizzato come sostegno dell'ultima arcata di destra; i frammenti dell'antico pavimento a mosaico e ad opus spicatum, ritrovati in recenti lavori di restauro; il grande cippo con l'iscrizione che ricorda i Vicani Vici Martis, riutilizzato come base per l'altare maggiore.
Santa Maria in Pantano - Visualizzazione ingrandita della mappa
Meritano attenzione anche gli affreschi delle pareti. Su quella di sinistra alcuni frammenti e un bel Crocifisso ligneo del XIII secolo; sulla prima colonna di destra una sinopia con Santo che tiene un papiro; sull'altare della navata destra Madonna con il Bambino tra Santa Barbara e Sant'Antonio Abate del XV secolo, opera di Niccolò di Vannuccio; sulla parete posteriore un affresco con raffigurati Sant'Antonio Abate, San Pietro, San Fortunato e Sant'Onofrio del XIV secolo; al centro dell'abside Madonna con il Bambino (sec. XIV-XV), al quale furono aggiunti posteriormente San Felice e San Benedetto. Sulla sinistra una Crocifissione con San Severo e San Francesco (sec. XVII).3
Più tardi, tra il X e l'XI secolo, la grande e unica sala fu divisa in tre navate, forse per diminuire la portata della travatura. Le pareti divisorie delle navate, alleggerite in alto da finti matronei, poggiano su quattro arcate sorrette da colonne in travertino dai capitelli a tronco di piramide rovesciata, della stessa epoca. Tale divisione non fu completata nella parte absidale, lasciando così indenne l'antica abside che risulta tuttora più grande della navata centrale. Annesso alla chiesa fu poi costruito un monastero, retto dai benedettini che bonificarono e resero fertile la località, spesso inondata dal torrente Tribbio, da qui il toponimo "in pantano".
Da un documento farfense del 1111 risulta che la chiesa era alle dipendenze del monastero di Farfa, al quale era stata donata nel 1110 dal conte Rapizzone insieme ad alcune terre e castelli. Un altro documento dell'imperatore Enrico V confermava a Farfa il possesso della chiesa nel 1118.1 Alla fine del XIV secolo, la chiesa subisce ulteriori aggiunte, in particolare nel portale e nella facciata, mentre nel XV secolo viene costruita, a destra della facciata, attigua ad un alto muro romano, la torre campanaria, nata inizialmente a scopo difensivo, a pianta quadrangolare che si allarga nella parte superiore sorretta da sporgenti beccatelli. Al di sopra svetta un doppio campanile a vela.
La facciata, caratterizzata da una accentuata inclinazione verso il fronte stradale, presenta un impianto quadrato molto semplice e privo di timpano, è caratterizzata da un portale ad arco acuto in conci alternati bianchi e rossi con cornice marmorea, sovrastato dal rosone.2 A sinistra della chiesa, sul muro esterno dell'ex monastero, è murata un'urna funeraria romana con bassorilievo raffigurante il Sacrificio di Ifigenia.
All'interno, diviso come detto in tre navate, si conservano urne cinerarie, frammenti decorativi romani e numerose iscrizioni. Da segnalare in particolare: un grande capitello corinzio riutilizzato come sostegno dell'ultima arcata di destra; i frammenti dell'antico pavimento a mosaico e ad opus spicatum, ritrovati in recenti lavori di restauro; il grande cippo con l'iscrizione che ricorda i Vicani Vici Martis, riutilizzato come base per l'altare maggiore.
Santa Maria in Pantano - Visualizzazione ingrandita della mappa
Meritano attenzione anche gli affreschi delle pareti. Su quella di sinistra alcuni frammenti e un bel Crocifisso ligneo del XIII secolo; sulla prima colonna di destra una sinopia con Santo che tiene un papiro; sull'altare della navata destra Madonna con il Bambino tra Santa Barbara e Sant'Antonio Abate del XV secolo, opera di Niccolò di Vannuccio; sulla parete posteriore un affresco con raffigurati Sant'Antonio Abate, San Pietro, San Fortunato e Sant'Onofrio del XIV secolo; al centro dell'abside Madonna con il Bambino (sec. XIV-XV), al quale furono aggiunti posteriormente San Felice e San Benedetto. Sulla sinistra una Crocifissione con San Severo e San Francesco (sec. XVII).3
- 1. Sperandio, B. (2001). Chiese romaniche in Umbria. Perugia: Quattroemme. p. 84. Secondo altre fonti le date sarebbero rispettivamente: 1115, 1104 e 1118. Cfr. Santa Maria in Pantano. Sito web del Comune di Massa Martana, http://www.comune.massamartana.pg.it/ , visitato nel mese di giugno 2013.
- 2. La torre e la facciata della chiesa di Santa Maria in Pantano non sono in linea con la strada moderna ma con quella a destra che segue il percorso dell'antica via Flaminia.
- 3. Tarchi, U. (1940). L'arte medioevale nell'Umbria e nella Sabina. 4. Architettura religiosa: dalla metà del Sec. XIII al principio del Sec. XV. Milano: A. Garzanti. Tav. CCXVI, CCXLV.
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