Abbazia di Santa Maria di Valdiponte

COMUNI dell'UMBRIA:

Architettura secondo il periodo:

Edifici religiosi:

Dell'abbazia di Santa Maria in Valdiponte - conosciuta oggi come abbazia di Montelabate ed ubicata lungo la strada che da Ponte Valleceppi conduce a Piccione - non è nota con certezza la data di fondazione, essa tuttavia dovrebbe collocarsi fra il IX e il X secolo, il che ne farebbe una delle più antiche fondazioni Benedettine. L'ipotesi appena fatta è indirettamente avvalorata da alcune donazioni effettuate intorno al secolo decimo al Monastero.1

Abbazia di Santa Maria di Valdiponte - Abbazia di MontelabateAbbazia di Santa Maria di Valdiponte
La prima attestazione certa di Valdiponte, da un documento originale, è la menzione che ne viene fatta in un testamento del settembre 995, che è anche il documento più antico conservato presso l' Archivio di Stato di Perugia2. La chiesa abbaziale fu dedicata a Maria nel 993 e detta Santa Maria di Valdiponte in Corbiniano o Corpiniano, e come tale chiamata, qualche anno più tardi, nel 1030, in un altro documento ufficiale, una bolla con la quale Papa Giovanni XIX ordinò ad un tale Abate Pietro la restaurazione dell'edificio religioso, "per essere presso che diruto e desolato".3 L'abate morì nel 1039 e venne sepolto in una cassa di pietra posta sotto l'altare maggiore, ed oggi visibile solo dalla parte del coro.

Abbazia di Santa Maria di Valdiponte - Abbazia di Montelabate, dipintiAbbazia di Santa Maria di Valdiponte, dipinti
Si mise mano nuovamente alle strutture dell'abbazia nei primi decenni del XIII secolo, quando fu riedifìcato il chiostro ad opera dell'abate Oratore che lasciò incisa una scritta, ancora oggi in parte visibile, nel capitello di una colonna: ISTIUS ORATOR OPERIS FUIT / EDIT [...] SUPPLICUS. Qualche anno più tardi, l'abate Ercolano fece restaurare la Chiesa Abbaziale e rinnovare il Coro.4 L'opera di Ercolano, morto nel 1266, venne continuata da Trasmondo che nel 1267 "fa gettare le fondamenta ad un solido ed elevato Nolario,5 che portò al suo compimento nel 1269, e vi fece collocare le Campane fuse da un tal Maestro Pietro che fece altre due Campanelle, delle quali probabilmente ne esiste ancora una, che ha sull'orlo rilevate queste parole: VERVM EDICIMVS GRATIAS DEO REFERAMVS".6 Lo stesso abate fece affrescare il Coro di "Pitture in Tavole nell'anno 1285, coll'opera di Meo Senese" sotto la direzione di un tal Maestro Gualtiero.7 Vi furono dipinti un Crocefisso, avente ai lati la Vergine e S. Giovanni Evangelista. La Vergine con il Bambino in braccio, ed ai piedi genuflesso in atto di preghiera, lo stesso Abate Trasmondo ed un S. Benedetto che ha in mano il Libro delle Regole monastiche.

Abbazia di Santa Maria di Valdiponte - Abbazia di Montelabate - criptaAbbazia di Santa Maria di Valdiponte
Nel 1297 l'abate Diodato fece fabbricare la loggia del chiostro per averla a livello della chiesa. La data di costruzione è incisa in un capitello di una colonnetta: Anno Domini MCCLXXXXVII tempore Domini Deaodati Abbatis. L'abate Uguccione Monalducci, succeduto a Deodato, "restaurò la Chiesa abbaziale con contribuzioni imposte ai Rettori delle Chiese. Vi fece una elegante porta, e sopra di questa un grande sferico finestrone. Incrostò le pareti di Pietre, e le fortificò con grossissimi Pilastri, che le fiancheggiano dal fondo alla cima.
Di questa insigne opera se ne pose memoria in due lapidi, l'una collocata nella parete sopra la Porta: «Sub anno Domini MCCCXV haec omnia facta sunt a veneraili viro D.no Uguitione Abbate dignissimo», e l'altra in uno de' Pilastri esterni nella parte meridionale: «Anno D.ni MCCCXVIII hoc fieri fecit opus Venerabilis Abbas Uguitionus»".8

La ricostruzione trecentesca della chiesa ha conservata indenne la cripta di fondazione anteriore. È un ambiente rettangolare in quattro navate di due campate ciascuna, diviso da tre soli sostegni allineati. Le absidi sono tre e il triforo, che esalta l'arco centrale, ha proporzioni differenti. La cripta può essere datata a poco dopo il 1030.9




Nei secoli successivi l'abbazia perse la sua importanza: nel 1602 era senza monaci ed ebbe come abati commendatari i membri della famiglia Cesi di Todi fino al 1651. Nel 1748 il cardinale Filippo Monti la trovò in rovina. Dopo la parentesi repubblicana e napoleonica, in cui anche il cenobio di Santa Maria di Valdiponte viene soppresso e i suoi beni espropriati (1808-1815), la definitiva chiusura del monastero avverrà nel 1859-1860, con l'allontanamento dell'ultimo abate Don Alberico Amatori, sopra ricordato per la sua storia dell'Abbazia.10 L'ingente archivio viene accolto nei depositi della biblioteca comunale di Perugia, le opere d'arte trovano posto nella Galleria nazionale dell'Umbria. L'edificio, divenuto di proprietà privata, viene lasciato in stato di abbandono: durante la seconda guerra mondiale viene usato negli anni 1943-1944 come deposito per le opere d'arte conservate nella Galleria nazionale dell'Umbria, nella Pinacoteca di Brera nella Biblioteca Augusta. Nel 1956 viene acquistato dalla Fondazione Gaslini di Genova, che ne è ancora oggi proprietaria.11

  • 1. " [...] sotto le mie mani vennero per le prime vetustissime membrane, le quali riferivano la fondazione del Monastero più antica di quello che io credessi; perché, se nel secolo decimo furono fatte donazioni di beni al Monastero, agli Abati e monaci viventi, facilmente può dedursi che la fondazione primitiva almeno risalga al secolo precedente non potendo essere scorso breve tempo perché la vita de' Monaci acquistasse rinomanza e fama di pia e religiosa, così che si accattivassero la fiducia de' popoli". Così scriveva Don Alberico Amatori (1811-1875) nel suo abbozzo della storia dell'Abbazia Valpontense, come riportato da Ettore Ricci("Santa Maria di Valdiponte", in Bollettino della Regia Deputazione di Storia Patria per l'Umbria, XXXIII (1936), pp. 249–324.
  • 2. Bartoli Langeli, A. (2006). Notai. Scrivere documenti nell'Italia medievale. Roma: Viella
  • 3. Ricci, E. (1936). op. cit.
  • 4. "Magistris qui Chorum fecerunt. Magistro Venturae propter opus Ecclesiae qui juvit nos ad faciendum Chorum. Uni magistro de Perusia qui venit visum assides pro Choro". Ms. n.1, 1266. Citato da Ricci, E. (1936).
  • 5. Nolario da Nola-ae = Campana.
  • 6. Ricci, E. (1936). op. cit.
  • 7. Ricci, E. (1936). op. cit.
  • 8. Ricci, E. (1936). op. cit.
  • 9. Sperandio, B. (2001). Chiese romaniche in Umbria. Perugia: Quattroemme. pp.93-94.
  • 10. Don Alberico Amatori nacque il 17 luglio 1811 a Monteroberto, provincia di Ancona. Nel 1850 fu mandato per Abate a Santa Maria di Valdiponte, con il compito di richiamare all'osservanza della Regola Benedettina quel Monastero. Rimase a governare il Monastero per dieci anni fino al dicembre 1859, quando, senza alcuna ragione apparente, fu mandato parroco a San Lorenzo in Doliolo, di San Severino Marche, dove rimase fino alla morte avvenuta il 15 novembre 1875. Ricci, E. (1936). op. cit.
  • 11. Lamberto Becchetti, L'Abbazia di S. Maria di Valdiponte in Corbiniano detta di Montelabate, Perugia, Edizioni Era Nuova, 1997.
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