Museo del Tulle "Anita Belleschi Grifoni"

COMUNI dell'UMBRIA:

 

[img_assist|nid=69|title=|desc=|link=none|align=left|width=349|height=234]Inaugurato nel 2001, e dedicato alla sua ideatrice Anita Belleschi Grifoni, il museo del Tulle di Panicale ha sede nella cinquecentesca chiesa di Sant’Agostino e raccoglie pregiati lavori di ricamo su tulle per lo più utilizzati in ambito religioso, in precedenza dislocati presso privati e chiese cittadine.

A Panicale l'arte del ricamo su tulle1 ha radici antiche era infatti praticata dalle monache del collegio delle Vergini di Panicale e insegnata alle ragazze che lo frequentarono almeno fino al 1872, anno della sua chiusura.2

A partire dagli anni trenta del 1900, conobbe una notevole rivalutazione allorché Anita Belleschi Grifoni ne perfezionò la lavorazione a tal punto da soddisfare anche le esigenze di casa Savoia, per la quale realizzò l'abito da battesimo di Maria Pia di Savoia. Affinché l'arte del ricamo non avesse a perdersi fondò anche una scuola di ricamo su tulle, a cui diede nome "Ars Panicalensis".

Sin dal 1936 l’azienda entrò in collaborazione con l’ENAPI (Ente nazionale per l’artigianato e le piccole industrie), creando anche contatti con molti artisti contemporanei, tra cui Eugenio Feragotti, Leonardo Spreafico, Virgilio Guzzi e Mario Guarducci, che per l’"Ars Panicalensis" produssero disegni e modelli da ricamare.

Nel 1978, alla morte di Anita Belleschi Grifoni, la scuola venne chiusa e furono interrotti i rapporti con le lavoranti esterne che, benché oggi ormai poche, ancora mantengono in vita la tradizionale tecnica.

Il museo del Tulle "Anita Belleschi Grifoni" fa parte del "Percorso museale del tessile e del ricamo", circuito di istituti documentari dell'umbria che hanno come tema l'artigianato tessile. Ne fanno parte, oltre a quello di Panicale, il Museo del Merletto di isola Maggiore, il Museo-atelier "Giuditta Brozzetti" di Perugia ed il Museo-laboratorio "Tela Umbra" di Città di Castello.3

  • 1. Il ricamo ad ago eseguito direttamente su tulle in cotone o in seta si diffuse già a partire dai primi decenni del XIX secolo grazie al perfezionamento, ad opera degli inglesi Heathcoat e Lurdley nel 1809, di un telaio per produrre meccanicamente il tulle, un tessuto molto leggero, vaporoso ma al tempo stesso resistente, caratterizzato da maglie a fori esagonali.
  • 2. Ciò è provato dal fatto che nel regolamento del Collegio per le Vergini di Maria in Panicale (1750) nel capitolo relativo all'"Accettazione dell’Abito religioso", elenca fra gli oggetti che ogni ragazza dovrà portare in convento anche "Pallone da lavorare merletti", ovvero il tombolo. La consultazione di tale documento è stata possibile grazie all’Associazione culturale Pan Kalon che lo ha rinvenuto nel corso di una ricerca. < http://www.pankalon.it/ >
  • 3. Giampaoli, G. (2008). Musei in Umbria. Percorso museale del tessile e del ricamo. Pubblicazione della Regione Umbria - Assessorato Beni e attività culturali. Direzione Beni e attività Culturali. Assisi: Tipolito Properzio.
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