Palazzo Episcopio

COMUNI dell'UMBRIA:

Edifici abitativi:

Posto nel punto più alto dell’antica città amerina, palazzo Episcopio gode di una vista ampia su tutta la valle. Già esistente nell’XI secolo, più che un palazzo l’edificio, osservato dalle vie sottostanti, assomiglia ad una fortezza. Il palazzo e la Torre civica dodecagonale li vicina furono proprio costruiti al fine di affermare il potere ecclesiastico ad Amelia.

Esso poggia sulla pietra viva, com'è facile accertare con una visita alle cantine o guardando la facciata del palazzo, che da sul giardino pensile.
La suddetta facciata mostra tutti i materiali impiegati nella costruzione e nei rifacimenti successivi: i blocchi quadrangolari; i blocchetti di pietra più piccoli ed i laterizi in alto.
Ci sono cinque diversi ordini di finestre sulla facciata del giardino a est. Su questo lato è visibile anche un ampliamento del palazzo, verso lo sperone roccioso, per ingrandire la sala di rappresentanza.

Il portale d’ingresso è ornato con due cippi funerari, mentre sopra l’arco troneggia lo stemma del vescovo Cesare Nacci.
L’atrio è rinascimentale, testimonianza del rifacimento quattrocentesco.

Nelle cantine sono ancora ben conservati cisterne per l’acqua; una feritoia da cui si calava la legna ed altro materiale direttamente dalla strada; una vasca per lavare i panni ed accanto un contenitore in pietra per produrre il sapone.
Nelle cantine si distingue anche un piccolo locale per affumicare i cibi.

Il giardino pensile era utilizzato come orto. Unico ornamento una fontana perfettamente circolare in pietra ed una cisterna sotto le scale, da cui attingere l’acqua.

Dal giardino si ha l’accesso al nevaio. Questo locale era utilizzato per la raccolta della neve, necessaria alla conservazione dei cibi deperibili.
Il soffitto è ricoperto di cemento e canne: la migliore formula di isolamento per quel tempo, così che i cibi si mantenevano a lungo anche d’estate.

Salendo al primo piano si trova la sala dei vescovi. Qui sono appesi sei quadri di alcuni vescovi amerini, realizzati in diverse epoche. Passando oltre si trova la stanza privata del vescovo Pace. Pregevole è il soffitto affrescato con angeli ed al centro, su una nuvola, sopra un libro, l’agnello di Dio.
Da questa camera si accede alla cappella. Essa è dipinta con ornamenti floreali e con paesaggi amerini.
Contenuti in ovali incorniciati alcuni personaggi religiosi non identificati.
Sopra l’altare barocco, con colonne di legno dorato, una tela staccata, probabilmente proviene da altra stanza, raffigura la madonna con bambino ed ai piedi San Francesco Saverio (sacerdote gesuita, raffigurato in abito talare) e Santa Rita.
Sul lato destro dell’altare un passaggio segreto conduce direttamente alla sala dei vescovi.

Salendo le scale principali si giunge alla sala di rappresentanza. Qui è andato perduto il pavimento; il soffitto, a cassettoni, reclama, invece, un necessario restauro.
Lungo tutte le pareti della stanza, trovano spazio gli stemmi dei vescovi di Amelia. Anche queste pitture avrebbero bisogno di una rinfrescata.
Come tutte le sale di rappresentanza anche questa presenta un camino, nel caso, non particolarmente pregevole.

Palazzo Episcopio fu residenza dei vescovi di Amelia fino al 1966; successivamente all'unificazione della diocesi con Terni e Narni, la sede fu spostata.
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