Farrattini, palazzo

COMUNI dell'UMBRIA:

Architettura secondo il periodo:

Edifici abitativi:

Palazzo Farrattini, edificato nel 1534 alla morte di Bartolomeo Farrattini, vescovo di Amelia, è una delle molteplici testimonianze dell'attività del Sangallo in Umbria, palazzo che il Vasari loda come «cosa onoratissima et bella: dove Antonio acquistò fama ed utile non mediocre ».
[img_assist|nid=338|title=Palazzo Farrattini|desc=1|link=none|align=left|width=300]Lo storico francese, Gustavo Clause, il più apprezzato studioso dell'attività artistica del Sangallo, disse «che la costruzione di così bel palazzo (Farrattini) per mano di un grande architetto deve essere stata un avvenimento straordinario per gli abitanti di Amelia, piccola città dell'Umbria». Lo stile del Sangallo è tutto nel grande respiro degli spazi nudi, dove si aprono misurate finestre a timpano. Il bugnato definisce gli spigoli della facciata anteriore; posteriormente la facciata si risolve in due ali laterali che a mo' di speroni affondano saldamente nella scarpata, racchiudendo un motivo di archi e conferendo all'insieme un deciso carattere di fortilizio. II piano terreno è diviso dal primo piano mediante un largo faccione frontale, che corre alla base delle finestre e che reca la seguente iscrizione: ut meminerit posteri bartolouieum farratinum aliquando fuisse ex laborum et vigiliarum suarum reliquiis ipse sibi et suis casam posuit
Una bellissima scala a gradoni conduce al piano nobile, dove si possono ammirare due cassettonati lignei in castagno di incredibile sobrietà e possanza. [bib]111[/bib] Il Salone del Sangallo con un fregio pittorico a cornice, viene ultimato per le nozze con Plantilla Pojani che porterà in dote il feudo di Piediluco ed il nome che da allora affianca quello dei Conti Farrattini per dispensa papale. [img_assist|nid=339|title=|desc=2|link=none|align=left|width=450|height=300]Bellissimo il grande camino attribuito allo stesso Sangallo per la parte inferiore e allo Scalzi nella parte superiore. Il piano nobile si compone di altre sei sale tra cui quella detta degli Imperatori, rivestita da grottesche neoclassiche su stoffa; quella del Cardinale rivestita da un antico tessuto di damasco rosso, con un raro lampadario del XVII secolo e la sala dedicata a Caterina De’ Medici a ricordo del ruolo avuto da Bartolomeo II nelle nozze tra la nipote di Papa Clemente VII e Enrico II, futuro re di Francia.Il Palazzo Farrattini, tuttora proprietà della famiglia, ha conservato intatto il suo carattere di dimora dinastica.3
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