Santuario della Madonna della Bruna

COMUNI dell'UMBRIA:

Architettura secondo il periodo:

Edifici religiosi:

Il santuario di Santa Maria della Bruna sorge sulla riva del torrente Tatarena non lontano dall’abitato di Castel Ritaldi, nel luogo ove sarebbe avvenuto un miracolo. La chiesa è costruita in mattoni e si presenta con grande originalità, estremamente slanciata e nuda di qualsiasi partito decorativo, se si escludono le altissime paraste che giungono fino al tetto, iniziate da una basetta di pietra sagomata. Si eleva sulla facciata il campaniletto a vela di mattoni, con le sue due aperture, forse di epoca posteriore.



Disposta internamente a croce, í cui bracci sono costituiti da absidi per tre lati, coperte a calotta, al quarto è innestata la navata d'ingresso su pianta quadrangolare e coperta a volta a crociera, e con quattro nicchie, due per lato, sfondate nelle pareti. Gli otto pilastri che sostengono la cupola non hanno basi e sono piantati perciò direttamente a terra, mentre invece hanno i capitelli in stile corinzio. I quattro arcani gettati da un pilastro all'altro hanno una larghezza di m. 6,40, mentre i pilastri con la trabeazione raggiungono un'altezza di m. 7,45. La lunghezza della chiesa è di m. 20,85, la larghezza massima, sempre all'interno è di m. 15,80.[bib]111[/bib]

[img_assist|nid=335|title=Santuario di Santa Maria della Bruna: Madonna con Bambino e angeli|desc=(Anderson , Castelritardi - Chiesa della Bruna: affresco di Tiberio d'Assisi)|link=none|align=left|width=200|height=272]Internamente è l'altare maggiore, che sostiene il muro nel quale è dipinta l'immagine veneratissima della madonna che da il nome al santuario: l'appellativo “La Bruna” deriva dalla pelle particolarmente scura che caratterizzava il volto della Madonna.1 Il dipinto raffigurante appunto una Madonna con Bambino e angeli, databile fra la fine del XV ed i primi del XVI secolo, viene attribuito da alcuni a Tiberio Ranieri di Diotallevi detto Tiberio di Assisi, mentre da altri ad un generico anonimno umbro del sec. XVI.2 Nel catino dell'abside un affresco attribuito a Pier Matteo Gigli.
  • 1. Come spesso accade l'edificazione del santuario rimanda ad una leggenda, questa viene cosi riportata da Luigi Fausti. « Il giorno 6 giugno 1506 una compagnia di devoti pellegrini lombardi, recandosi a venerare le sacre spoglie della B. Chiara della Croce a Montefalco a cagione del lungo viaggio e degli eccessivi ardori del sole, sostò alquanto presso il ponte del Tatarena, all'ombra gradita di alcune querce secolari... Alzatisi dopo breve ora per riprendere l'interrotto cammino, non fu possibile a quei devoti di sollevare di terra lo stendardo, per quanto ví si affaticassero con forza e con arte ». Solo quando un pittore ebbe dipinto sul muro l'immagine della Santa rappresentata nello stendardo, fu possibile rimuoverlo. Ma quando il pittore il giorno dopo si recò sul luogo per portare a termine la sua opera, vide che essa era stata compiuta da una mano divina. « Fu così che il desiderio di erigere lì presso una cappella alla Vergine, nacque spontaneo in tutti i cuori; e l'Università di Castelritaldi, ottenutane licenza dal vescovo Francesco Erolí, soddisfece al desiderio popolare, facendovi costruire una devota cappella e un altare, perchè la devozione dei fedeli vi si effondesse liberamente ». Con decreto del 30 agosto 1510 il vescovo concedeva il permesso di erigere sul luogo del miracolo un tempio.
  • 2. Cfr. scheda della Fondazione Federico Zeri http://fe.fondazionezeri.unibo.it/ visitato nel mese di ottobre 2011
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