Museo diocesano di Spoleto

COMUNI dell'UMBRIA:

Il Museo diocesano di Spoleto ha sede all'interno del Palazzo Arcivescovile, nell’ala del piano nobile del palazzo, detta "Appartamento del Cardinale", da dove è posto in diretta comunicazione con la basilica di Sant’Eufemia. Il Museo diocesano di Spoleto ha sede all'interno del Palazzo Arcivescovile1, ampio quadrilatero in cui è inclusa anche la basilica di Sant’Eufemia, esso è ospitato nell’ala del piano nobile del palazzo, detta "Appartamento del Cardinale", da dove è posto in diretta comunicazione con il vicino edificio sacro grazie al ripristino, nel 1999, di un cavalcavia preesistente.



Il museo è sorto con decreto dell’Arcivescovo Ugo Poletti nel gennaio 1968. Le Sale che ospitano il Museo fino a metà anni ’70 del secolo XX° erano la residenza ufficiale degli Arcivescovi. L’ultimo ad abitarvi è stato l’Arcivescovo Ottorino Pietro Alberti che, liberando quell’ala del Palazzo, dava seguito al decreto del suo predecessore Poletti di dar vita al Museo.

La vasta raccolta di opere, ordinate cronologicamente e tematicamente, è ospitata nelle sale ornate da porte cinquecentesche e dai soffitti decorati tra la fine del XVIII e gli inizi del XIX secolo, con gli stemmi dei religiosi a cui sono dedicate. La prima sala è denominata sala Loccatelli, presenta la volta decorata con l’emblema del cardinale Francesco Maria Loccatelli Martorelli Orsini, conserva tre croci sagomate e un nucleo di tavole, tra cui il pannello centrale di un polittico, decurtato della cuspide e tagliato nella parte inferiore, con la Madonna con Gesù Bambino e angeli (1405 - 1410 circa), tavola attribuita al Maestro della Madonna Strass,2 proveniente dalla Chiesa di San Martino di Abeto di Preci. Una delle croci è la Croce azzurra, (inizi del XIII secolo) di maestro spoletino, proveniente dalla Chiesa di Santa Maria Assunta a Vallo di Nera, deve il suo nome alla particolarissima gamma cromatica dei lilla e degli azzurri che la caratterizza.

La sala Barberini, anticamente detta delle Stelle, nella quale si tennero vari Concili della Regione Ecclesiastica Umbra, presenta la volta decorata con lo stemma di papa Urbano VIII, Vincenzo Maffeo Barberini, vescovo di Spoleto dal 1611 al 1617. Raccoglie pale d’altare realizzate tra il XVI e XVIII secolo: Deposizione dalla croce (seconda metà del XVI secolo) di Simone De Magistris; Madonna che consegna l’abito dell’Ordine ai fondatori dei Servi di Maria di Pietro Labruzzi; Discesa dello Spirito Santo (seconda metà del XVII secolo) di Lazzaro Baldi; Circoncisione di Gesù (seconda metà del XVII secolo) di Bernardino Gagliardi. Ciborio ligneo del 1625 proveniente dalla Chiesa di Sant'Antonio a Monterivoso.

La sala Orsini, detta anche delle Allegorie per la presenza di quattro figure allegoriche, è anche ornata dagli stemmi dei porporati spoletini che, a partire dal Cardinale Pietro Orsini, restaurarono il Palazzo. I dipinti esposti presentano dei "fondi oro" - cosidetti perché i fondali delle tavole sono ricoperti da sottili foglie d’oro - del XIV e XV secolo. In particolare: Madonna assunta tra angeli con san Giovanni vescovo e santa Lucia (1450 circa) di Bartolomeo da Miranda; Madonna con Gesù Bambino e San Sebastiano e Santa Caterina d'Alessandria (metà XV secolo) di Bartolomeo da Miranda; Madonna con Gesù Bambino e santi (seconda metà del XV secolo) di Giovanni Sparapane.

Nella sala Facchinetti, ove è presente lo stemma dell’omonimo porporato (1655-1672), sono esposte opere eseguite da maestri toscani e marchigiani nel XV e XVI secolo: Adorazione di Gesù Bambino (1540 - 1541), olio su tavola, di Domenico Beccafumi, proveniente dall’altare di San Giuseppe della chiesa di Santa Maria Assunta di Montesanto (Sellano); Annunciazione di Maria Vergine e Madonna con Gesù Bambino e santi nella cimasa (1543) di Giovanni Andrea De Magistris; Madonna con Gesù Bambino e san Bartolomeo e san Montano (1485 circa) di Filippino Lippi, proveniente dalla chiesa di San Montano presso Todiano di Preci; Madonna della Neve con san Sebastiano e san Nicola di Bari (1464 circa), tavola di Neri di Bicci, proveniente da Abeto di Preci.

La sala Sanvitale, realizzata dall’Arcivescovo Paolo Sanvitale, presenta una decorazione ad architetture prospettiche, riferibile ai restauri promossi da Mons. Carlo Giacinto Lascaris agli inizi del XVIII secolo. Ospita opere di artisti locali e soprattutto delle due maggiori botteghe del rinascimento nursino e vissano: quella degli Sparapane a Norcia e quella degli Angelucci a Mevale. In particolare: Madonna con Gesù Bambino, santa Caterina d'Alessandria, san Giovanni Battista, sant'Andrea e santa Maria Maddalena (XVI secolo) di Giovanni Sparapane; Madonna con Gesù Bambino, san Giovannino, san Zaccaria, santa Elisabetta e san Giuseppe (XVI secolo) di Camillo Angelucci; Tabernacolo con san Pietro, san Paolo, sant'Emiliano e san Giovanni Battista (inizio XVII secolo) di Giovanni Tobiolo.

La sala Castrucci, antica camera da letto dell’appartamento, la cui decorazione dell’ovale al centro della volta fu eseguita ai tempi di Mons. Lorenzo Castrucci, Vescovo di Spoleto dal 1617 al 1655, è dedicata all’iconografia della Madonna del Rosario. Alle pareti: Madonna del Rosario con san Domenico, santa Caterina da Siena, papa Pio V e rosarianti (XVII secolo) di Vincenzo Manenti; Misteri del Rosario (XVII secolo) di Francesco Refini.

Notevoli, nella sala “Ab Aqua”, il soffitto ligneo fatto realizzare dal vescovo Vincenzo Dell’Acqua dopo il terremoto del 1762 e il nucleo di opere sei-settecentesche che include capolavori come: Nozze mistiche di santa Caterina d'Alessandria (1618) di Francesco Ragusa; Busto di Urbano VIII (1644), bronzo, di Gian Lorenzo Bernini, proveniente dalla nicchia sulla controfacciata della Cattedrale; San Filippo Neri (prima metà del XVII secolo) di Alessandro Algardi; Nascita di Maria Vergine (1735 circa) di Sebastiano Conca; Sacra Famiglia (1739 circa) di Sebastiano Conca. La sala successiva, Cappella Palatina o del Cardinale presenta una decorazione opera dello spoletino Francesco Refini nel 1660 circa. Il ciclo comprende l'allegoria della Chiesa, nello spazio sopra la porta di ingresso, a destra e a sinistra i Santi Pietro e Paolo e nei pennacchi gli Evangelisti. Nei cornicioni della cupola sono dipinti motivi decorativi ed angeli. Il ciclo barocco della Cappella del Cardinale è una delle più interessanti realizzazioni seicentesche di Spoleto.

La sala del Passetto è stata ricavata nell’antico passaggio che collegava il Palazzo Arcivescovile con la Basilica di Sant'Eufemia. La sala è detta anche Sala di Berengario in ricordo della visione avuta da Berengario di Saint’Affrique, vicario del vescovo Pietro Trinci che risiedeva ad Avignone, mentre pregava nella Basilica di Sant'Eufemia.
Nel passetto sono esposti dipinti del XVIII secolo e paramenti liturgici, tessuti antichi e suppellettile liturgica: Maria Maddalena penitente (XVIII secolo) di Francesco Trevisani; San Giuseppe con Gesù Bambino (XVIII secolo) di Sebastiano Conca.

Completa il percorso di visita la Basilica di Sant'Eufemia (prima metà del XII secolo), unico edificio romanico dell'Italia centrale con matronei percorribili.3
  • 1. Già monastero benedettino e, prima ancora, sede dei duchi longobardi
  • 2. così chiamato dalla Madonna con il Bambino proveniente dalla collezione Strauss di New York
  • 3. Mancini, E. (2008). Musei in Umbria. Museo diocesano e Basilica di Sant'Eufemia. Spoleto. Pubblicazione della Regione Umbria - Assessorato Beni e attività culturali. Assisi: Tipolito Properzio.
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